CIMA DEL CASTELLAZZO 2.333 m s.l.m. L’intreccio di trincee, TREKKING DEL CRISTO PENSANTE.
Storia di un caposaldo, la cima del Castellazzo è una cima che sa incantare, punto d’osservazione sul fronte del Colbricon, delle Buse dell’Oro, della Val Travignolo e di Cima Bocche, la vista offre uno spettacolo mozzafiato: una terrazza panoramica naturale.

Le Dolomiti, patrimonio dell’Umanità, con le loro bellissime cime che, soprattutto all’alba e al tramonto, assumono un colore rossastro, con l’aria sottile, l’emozione unica del Parco Naturale, le arrampicate ed i sentieri facili, i ricordi della Grande Guerra, su tutto la Natura sovrana, ed una Cattedrale: il Monte Castellazzo, cima isolata che sa incantare anche chi in montagna ha vissuto una vita intera.

Proponiamo un percorso escursionistico improntato alla riflessione ed alla ricerca interiore, itinerario che consente una completa esplorazione di questo monte isolato, contornato da aperti pascoli e con vista sulle Pale di San Martino e sull’alta valle del Travignolo.

Il monte del Castellazzo (2333 m.),si affaccia sul Passo Rolle , consente di osservare l’area di cima Bocche e la valle del Valles. E’ ampiamente fortificata, con postazioni in caverna, alcune piazzole per l’artiglieria, trincee e gallerie in roccia. Il Castellazzo fu presidiato da osservatori che seppero efficacemente dirigere il tiro delle artiglierie austro-ungariche, soprattutto contro gli uomini della brigata di fanteria Calabria verso le pendici di cima Bocche. Le postazioni sul Castellazzo, realizzate dall’esercito austro-ungarico, furono dapprima conquistate, poi perse e infine, nell’ottobre del 1915 , riconquistate dall’esercito italiano. La cima del Castellazzo era dunque un’ottima posizione per gli osservatori d’artiglieria che dovevano inquadrare gli obiettivi assecondando le azioni di fanteria e aggiustando in tempo reale il tiro dei cannoni.
Sono molto interessanti gli “stoli”, famose gallerie, scavate dall’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. La preoccupazione principale per i combattenti nella Grande Guerra fu quello di osservare l’avversario senza essere visti. Per questo si scavarono questi piccoli rifugi, delle sorte di piccole nicchie ( dette stoli nel dialetto locale) per ospitare uomini, munizioni e viveri in modo da resistere agli eventuali bombardamenti d’artiglieria avversaria. Lungo il percorso si possono osservare varie tipologie di tali manufatti, per lo più collocati in luoghi facilmente accessibili per ricoverare gli uomini in caso d’improvviso cannoneggiamento.
Anche se il Castellazzo, dopo la conquista italiana dell’ottobre 1915, non subì mai attacchi da parte della fanteria austro-ungarica, ciò non voleva dire non predisporre sistemi di sicurezza per ovviare a questa eventualità. Oltre a ciò gli uomini a presidio della vetta dovevano muoversi senza farsi vedere dall’avversario stando dunque al coperto e al riparo nel caso avvenisse un bombardamento. Dalla cima sono anche visibili le postazioni incavernate che costellano il ciglio occidentale del pianoro del Castellazzo. Qui vi erano posizionati piccoli pezzi d’artiglieria, mitragliatrici e , probabilmente, un riflettore che nottetempo illuminava i dintorni.
Il Trekking del Cristo pensante,è un’escursione di facile livello adatta a tutti, ed è un’ ottima opportunità per ammirare le Pale di San Martino in tutta la loro bellezza.

Si può lasciare l’auto a passo Rolle (1980 m.) e proseguire su sentiero, verso il rifugio Capanna cervino (2082 m.). Lo si raggiunge in circa 25 minuti. Dalla Capanna Cervino si possono ammirare le Pale di San Martino con l’inconfondibile Cimon della Pala, chiamata anche il Cervino delle Dolomiti.
Un paio di tornanti sopra il rifugio si stacca un sentiero che porta ad una selletta prativa (quota 2137). Si prosegue un facile percorso di salita che si aggira ad est del rilievo del Castellazzo.
E’ costituito da un sentiero, a tratti mulattiera , inizialmente in moderata pendenza. Più avanti sale ripidamente, con tornanti fino in vetta (quota 2333), vero e proprio balcone con vista privilegiata sul settore nord del Gruppo delle Pale di San Martino. Le bellissime vette note: Cimon della Pala (3.184 m.), Cima Burleoni (3.132 m), Monte Mulaz (2.906 m.)
Sulla cima del monte Castellazzo, per iniziativa dell’atleta italiano Pino Dellasega (campione delle Fiamme Gialle mondiali di orienteering e sci di fondo, fondatore e istruttore della Scuola italiana di Nordic Walking), è stata collocata la statua in marmo bianco del Cristo Pensante, grazie a l’intervento di un elicottero a doppia pala Chinook dell’Esercito Italiano. Il Cristo Pensante è stato scolpito da Paolo Lauton di Predazzo ed è di marmo bianco, la Predazzite che presenta forti striature di antracite di colore nero che quanto piove fanno diventare il Cristo quasi nero. Alla base del Cristo su una targa sono scolpite le parole di Madre Teresa di Calcutta “Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, torva il tempo di sorridere”.

La corona di spinte posta sulla testa è stata confezionata dallo stesso Pino Dallasega con filo spinato della prima guerra mondiale raccolto lungo i ghiaioni del Castellazzo e parte proveniente da Malga Valazza al Passo del Valle. L’opera, oggi meta di pellegrinaggi anche da parte di famiglie con bambini, è vissuta come un segno di pace tra le montagne, luogo di profonda meditazione.


Dalla cima e dalla Croce il panorama è straordinario, meraviglioso ed emozionante.
Per la discesa si può proseguire verso nord, dove sono presenti numerose postazioni belliche, per poi imboccare un panoramico sentiero affacciato verso passo Rolle e con una lunga diagonale tornare alla selletta prativa sopra Capanna Cervino.
Il trekking del Cristo Pensante sia palestra di pensiero, dove potrai farti domande e trovare le risposte, sostare accolto dal silenzio delle montagne, sederti immerso nel tramonto accanto alla magnificenza della Natura per capire quanto piccolo sia l’uomo e quanto grande sia l’universo. E nel momento in cui il sole è andato a dormire per far posto ad una coperta di stelle capirai che non sei tu che guardi la natura ma è Lei che ti osserva. In quel momento ti sentirai un pò più ricco e guarderai il tutto con un’altra logica: Prenditi il tuo tempo…!
Lunghezza percorso mt. 2.819 (solo andata)
Dislivello mt. 190 (solo andata)
Tempo di percorrenza 1h 15′ (solo andata)
Il Trekking è in riserva Integrale del Parco, viene ricordato il rispetto del delicato ambiente che lo circonda, anche con il silenzio.
Vorrei aggiungere che, una volta tornati a monte di Capanna Cervino, è anche possibile allungare l’escursione. Si può aggirare la cima Costazza, puntando direttamente verso il gruppo delle Pale di San Martino. Il percorso, in buona parte in leggera salita ,è su sentiero ben tracciato. Porta a raggiungere i 2174 m., della Baita Segantini, dalla quale si può godere di una vista ravvicinata sulle Pale di San Martino. Dalla Baita Segantini si potrà scendere, lungo la strada sterrata, fino alla Capanna Cervino e infine scendere a passo Rolle.
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